Venerdì 18 ottobre 2013, ore
21.00
Sala Polifunzionale - Università
Cattolica del Sacro Cuore
Rassegna di Commedia dell’Arte –
VI edizione
AFFAIRE PICPUS
spettacolo teatrale
Scritto da Enrico Bonavera e
Christian Zecca
Regia Christian Zecca – Interprete
Enrico Bonavera
“L’ AFFAIRE PICPUS” è il frutto
dell’incontro tra Christian Zecca ed Enrico Bonavera.
Per strade e biografie del tutto
diverse, capita, ed è cosa rara, di condividere improvvisamente una direzione e
scoprire affinità che chiedono solo di trovare confronto concreto in un
progetto.
Quando abbiamo pensato di
riprendere il discorso interrotto nel precedente “NASO ALL’ARIA”, spettacolo
del solo Bonavera del 1998, sapevamo con chiarezza che questa nuova creazione
doveva possedere due caratteristiche: essere un recital di Enrico – con nasi
posticci in vece delle maschere di cui è noto e affermato interprete – e nello
stesso tempo la messa in scena di una storia che avesse per tema il ‘Naso’ in
quanto archetipo, come simbolo della individuazione della persona.
Volevamo anche che il lavoro
fosse surreale e patafisico, drammaturgicamente libero e un po’‘scellerato’: in
qualche modo desse libero corso alle nostre associazioni mentali e al nostro
divertimento.
Inizialmente siamo partiti da un
riferimento preciso: “Il Naso”, di N. Gogol dalla raccolta ‘I Racconti di
Pietroburgo’ e, un po’ in soggezione, abbiamo cercato di restare fedeli al suo
assunto.
Poi, insoddisfatti a causa della
nostra ingiustificata cautela e dubbiosi sul finale proposto dall’autore russo,
abbiamo finalmente deciso di seguire il nostro ‘istinto’ e proseguire la storia
liberamente portandola alle sue estreme conseguenze fantastiche e lasciandoci a
quel punto ispirare dagli altrettanto beneamati Bulgakov e Kafka.
Mai avremmo immaginato che,
volendo emanciparci dal contesto russo e cambiando nome al protagonista – qui
chiamato Picpus con una scelta del tutto ‘automatica’ e non ragionata – avremmo
incontrato tanti riferimenti alla cultura francese e alla sua storia.
Picpus infatti esisteva già: è la
misteriosa persona che firma, in un noto romanzo di G. Simenon della serie
“Maigret”, il biglietto lasciato sopra il corpo senza vita di una chiromante.
Ma sempre Picpus è il nome di una
via parigina nella quale si trova l’unico omonimo cimitero in cui furono
tumulate più di mille salme – di cui solo un centinaio davvero ritrovate –
decapitate durante il Periodo del Terrore della Rivoluzione Francese. Tra
questi il poeta Andrè Chenier.
E il convento limitrofo è citato
da M. Foucault nel suo saggio “Storia della Follia nell’età classica”, come uno
degli ospedali in cui erano ospitati alcune persone dementi.
In effetti lo spettacolo è la
storia di una separazione – di una ‘scissione’ – di cui Picpus è vittima.
La storia di Picpus è quella di
un uomo mediocre, in qualche modo sconosciuto, il cui naso
sparisce e non intende tornare, nonostante egli si prodighi in ricerche e
tentativi. Quel naso che ha acquistato vita propria, si afferma nel mondo con
tutte quelle qualità di cui Picpus è privo o di cui ha sempre rimosso
l’esistenza.
Il Naso, in preda ad una costante
e imbarazzante euforia, darà vita ad un’autentica scalata al potere, andrà alla
conquista del mondo intero, come fosse un’entità / forma pensiero che, una
volta creata, condiziona la vita stessa delle persone che non hanno – giunte a
questo punto – altra possibilità che esserne aggiogati.
Una scelta determinante per la
‘macchina teatrale’ è stata quella di non mettere il “Signor Picpus” al centro
della scena, ma fare dei personaggi che girano intorno a lui i veri
protagonisti, accompagnati nel loro manifestarsi
da un
Narratore dalla ambigua identità.
Comicità e delirio vanno a
costituire uno spettacolo di un’ora e un quarto, in cui il Maestro Bonavera si
cimenta con 13 diversi personaggi e calza altrettanti nasi, in un tourbillon di
esilaranti quanto inquietanti caratterizzazioni, scivolando con leggerezza sul
filo rosso di una follia che porta ad un finale escatologico e a sorpresa.
Enrico Bonavera
"Allievo di bottega" di
Ferruccio Soleri, con alle spalle una formazione nell'ambito del teatro di
ricerca, ha collaborato con l'Odin Teatret di Eugenio Barba. Svolge da ormai
tre decenni la sua attività di attore di prosa e insegnante di teatro.
Oltre al Piccolo Teatro di Milano
(con cui è stato dal 1987 al 1990 e successivamente dal 2000 ad oggi,
interpretando i ruoli di Brighella ed Arlecchino nel mitico “Arlecchino
servitore di due padroni”, con il quale ha praticamente girato tutto il mondo)
ha lavorato con Teatri Stabili, Compagnie private e Cooperative, tra cui il
Teatro Stabile del Veneto, il Teatro di Genova, il Teatro Carcano di Milano, il
Teatro della Tosse e il Teatro dell'Archivolto di Genova, il TAG Teatro di
Venezia e La Piccionaia
- I Carrara di Vicenza.
Come attore di prosa, è stato
diretto da Strehler, Lassalle, Sciaccaluga, Amelio, Battistoni, Soleri,
Bosetti, Conte, Gallione, Crivelli, Kerbrat, Boso, Friedel, Hertnagl, Emiliani,
Maifredi, Damasco, Zecca.
Collabora come insegnante con la Scuola di Recitazione del
Teatro di Genova; con Prima del Teatro - Scuola Europea di S. Miniato di Pisa;
con i Corsi estivi del Centro maschere di Abano Terme, diretto da D. Sartori,
con l'Accademia Internazionale di Commedia dell' Arte del Piccolo Teatro di
Milano diretta da Ferruccio Soleri.
Dal 2004 è docente al DAMS di
Imperia del corso di Drammaturgia dell'attore.
Ha tenuto corsi per il Teatro
all'Avogaria di Venezia, per il Teatro Stabile del Veneto, per il Teatro Ateneo
dell'Università La Sapienza
di Roma, per l'ENSATT di Lione, per lo Studium Actoris di Fredrikstat
(Norvegia), all'Università di Rio de Janeiro, al Centro Int. di Teatro di
Figura 'Odradek' in collaborazione con l’Università di Toulouse, l'ISTA diretta
da Eugenio Barba presso il Teatro Potlach di Fara Sabina, all’HKPA di Hong
Kong.
Nel 1996 è stato premiato al
Festival di Borgio Verezzi, come miglior attore non protagonista per la sua
interpretazione di Arlecchino ne I due gemelli veneziani di Goldoni, regia di
G. Emiliani.
Nel 2007 al Festival 'Mantova
Capitale Europea dello spettacolo' è stato insignito de 'L' Arlecchino d' Oro'
- premio già assegnato, tra gli altri, a Marcel Marceau, Dario Fo, Ferruccio
Soleri.