Arlecchino e il suo doppio
Con Claudia Contin - Regia Ferruccio Merisi
Si può dire che Arlecchino è un personaggio mitico: non si esaurisce in una singola particolare favola. Si dice che i suoi progenitori - o prototipi - facessero le loro carnevalesche irruzioni nella realtà sociale dopo un periodo rituale di permanenza nella selva, nel selvatico. Da queste radici derivano i modi di comportamento più efficaci di questo personaggio, le sue posture straordinarie, gli angoli pieni di contraddizioni del suo corpo, i suoi ritmi animaleschi. Amleto, il principe nero, è invece il messaggero del suicidio: l’anima razionale dell’uomo che rifiuta il male al punto di rifiutare il mondo e dunque la propria stessa realtà e vita. L’uomo civile che si finge pazzo per sfuggire alla follia dei prepotenti. Il figlio così ossessionato dal fatto di rendere giustizia al padre da trasformare il proprio corpo in un manifesto di contraddizioni. In questo spettacolo, Arlecchino e Amleto, un comico e smaliziato “animale” e un “dandy” ruvido e “dark” si litigano il nostro cuore a proposito della vertigine del vivere, in un mondo dove è sempre più difficile illudersi. Claudia Contin evoca gli enormi fantasmi di questi due personaggi celebrando fisicamente, con la generosità e la precisione per cui è famosa, due iconografie emblematiche e dall’innegabile valore archetipico: da una parte quella della Commedia dell’Arte, dall’altra quella estrema e “impossibile” dei corpi umani dipinti da Egon Schiele.
Lunedì 22 ottobre 2012
ore 21.00
Sala Polifunzionale dell'Università Cattolica sede di Brescia
Via Trieste 17, Brescia
ingresso libero e gratuito
Maschere e s-mascheramenti
Proiezione del video dello Spettacolo“Capitan Don Calzerotte e Arlecchin Senza Panza” di Claudia Contin e Ferruccio Merisi
Lo spettacolo si inserisce nel cosiddetto “Teatro Handicap” ed è l’ultima espressione del progetto Sciamano in onore alla prospettiva di poter scoprire le oggettive utilità extra-razionali (“sciamaniche”, in senso metaforico) che la contiguità con attori portatori di handicap (per meglio dire diversamente abili) può procurare agli altri attori e agli spettatori. L’evento ha preso vita da una doppia scommessa: come produrre uno spettacolo “alla pari” (per nulla appoggiato su logiche di assistenza o di “sconto di qualità”) tra un attore portatore di handicap, Stefano Gava, e un attore “finito” e famoso come Claudia Contin e come realizzare un evento che il pubblico possa accogliere e amare al di là (o al di qua) di atteggiamenti compassionevoli o “di concessione”, convinto e appagato rispetto a una produzione teatrale perfettamente degna di “dire la sua” in spazi, teatri e rassegne “normali”, non specificamente dedicate al tema del “Teatro–Handicap”. Lo spettacolo, dunque, vuole fare riflettere sulla differenza nel campo dell’handicap, sulla diversità tra il sé ed il personaggio, tra la vita e la scena ed in definitiva su quali sono le coordinate - possibilmente migliorative - che definiscono la scena quando riesce a “mascherare” il sé in un personaggio.
- Claudio Bernardi Docente di Drammaturgia
- Maddalena Colombo Docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi
- Luigi Croce Docente di Elementi di didattica e Pedagogia Speciale;
- Giulia Innocenti Malini Docente al Centro di Ricerca Teatrale di Milano
- Maria Candida Toaldo Regista, Direttore artistico del C.U.T. La Stanza
Lunedì 22 ottobre 2012
ore 17.00
Sala Polifunzionale dell'Università Cattolica di Brescia
Via Trieste 17, Brescia
ingresso libero e gratuito